IL SISTEMA GLOBALE DI CONTROLLO: COME FANNO A RINTRACCIARCI, ORA E NEL PROSSIMO FUTURO! (CI CONTROLLANO/ERANNO!?)
INDICE
PRIMA PARTE – EDWARD LOUIS BERNAYS (Spin Doctor) <> SECONDA PARTE – IL CONTROLLO CON (Rfid) <> TERZA PARTE – CABALA IPHONE (i-POD, TV, Rete G) <> QUARTA PARTE – DALLE STELLE ALLE STALLE
PRIMA PARTE
Edward Louis Bernays
Iniziamo con una citazione: “Gli uomini raramente sono consapevoli delle vere ragioni che stanno alla base delle loro azioni” Edward L. Bernays
PROPAGANDA (edito da Logo Fausto Lupetti)
Le scoperte nel campo del comportamento umano, della psicologia cognitiva e delle neuroscienze hanno permesso la creazione di efficaci tecniche di manipolazione. Bernays, che è stato considerato dal giornale Life come uno dei cento americani più influenti del XX secolo, si autodefiniva “consulente in pubbliche relazioni”; oggi il suo lavoro si chiama “Spin Doctor” (termine inglese la cui traduzione è: dottore del raggiro, manipolatore di opinioni. Lo Spin è infatti un effetto particolare che si dà alla palla da baseball e il termine allude alla manipolazione delle notizie da divulgare). Lo Spin Doctor è dunque un esperto di comunicazione, colui che scrive discorsi per i personaggi pubblici, elabora strategie per le campagne elettorali, è portavoce di partiti, esperto di sondaggi, ecc. L’idea di Bernays era fondamentalmente questa: sarebbe stato sicuramente più comodo se un comitato di saggi avesse potuto scegliere i dirigenti politici, dettare il comportamento pubblico e privato, decidere dell’abbigliamento e degli alimenti che la gente deve mangiare, ecc. Poiché però l’America era un Paese Democratico, occorreva trovare altre strade per manipolare le opinioni e le abitudini delle masse e queste strade erano la propaganda e le pubbliche relazioni. Chi padroneggiava questi strumenti di intervento sociale costituiva il “governo invisibile”, quello che dirigeva veramente il Paese.
Bernays osservava che, dei 120 milioni di abitanti che vi erano allora in America, solo pochissime persone erano veramente capaci di comprendere i processi mentali e i modelli sociali delle masse: questo piccolo gruppo di persone tirava le fila, controllava l’opinione pubblica, sfruttava le vecchie forze sociali esistenti, inventando altri modi per organizzare il mondo e di guidarlo. Per organizzare la società democratica dunque, secondo Bernays, era necessario costituire questa struttura invisibile che, legando inestricabilmente innumerevoli gruppi e associazioni, costituiva lo strumento attraverso il quale il regime democratico poteva organizzare il proprio pensiero collettivo. Lo Spin Doctor è un persuasore occulto che possiede la capacità di elaborare sofisticati ed ingegnosi trucchi psicologici per influenzare e manipolare le masse. La propaganda, sosteneva Bernays, doveva essere l’organo esecutivo del governo invisibile: dirigenti invisibili dovevano controllare il destino di milioni di esseri umani. Lo Spin Doctor è dunque colui che, servendosi dei mezzi di comunicazione, si incarica di far conoscere una determinata idea al grande pubblico. Nel farlo, studia i gruppi che il suo cliente vuole raggiungere ed individua dei Leader che possono facilitare l’approccio. Influenzando il leader infatti, automaticamente si influenza anche il suo gruppo di riferimento. I colleghi meno influenti del leader con il tempo imitano gli atteggiamenti del leader, contribuendo così alla diffusione dell’idea. Bernays capì che per rendere credibile un’idea o vendere un prodotto doveva esserci una «terza parte indipendente» che se ne rendesse garante. Creò quindi numerosissimi Enti e Organizzazioni “indipendenti”, che sfornavano studi «scientifici» e comunicati stampa, i quali venivano così a mescolarsi e a sovrapporsi con quelli emessi da Istituzioni veramente serie e indipendenti. Adottando le tecniche proprie del giornalismo e della psicologia infatti, gli Spin Doctor costruiscono quella che il giornalista Marcello Foa chiama “un’arma di distruzione di massa“, efficace perché manipola le masse senza che esse se ne rendano conto, creando idee e stereotipi duraturi nel tempo e difficilissimi da estirpare. L’avvento di Internet, dei Blog e dei Social Network ha minato lo strapotere degli Spin Doctor. I giornali, perdendo il monopolio dell’informazione non sono più gli unici detentori delle notizie e i cittadini possono informarsi in maniera indipendente. Ultimamente però questi professionisti della manipolazione stanno affinando le loro tecniche adattandole alla realtà digitale e sociale delle informazioni. Il meccanismo di cui gli Spin Doctor si servono per manipolare l’informazione è il frame, cioè la cornice. Si tratta di un concetto forte creato ad arte dagli Spin Doctor che si impianta nei valori dei cittadini. “Una volta creato il frame – spiega Foa – tutto quello che rientra nella cornice rafforza la mia visione del mondo. Le notizie, anche vere, che escono da questa cornice, tendono automaticamente ad essere scartate”. Il giornalista porta l’esempio della moneta unica: “l’Euro è fondamentale per il nostro benessere”. “Chi pone dubbi su questo concetto, viene considerato un destabilizzatore che mette a repentaglio il futuro dell’Europa. È un frame molto forte e quindi, di riflesso, le persone reagiscono rifiutando questo concetto e considerandolo falso”.
Ecco il video completo in cui Foa spiega nel dettaglio i meccanismi:
Cosa sai di come ti manipolano? [VIDEO]
E per finire questa prima parte vi elenco degli esempi di campagne mediatiche di Bernays.
Per promuovere le vendite del bacon (pancetta) per la Beechnut Packing, Bernays condusse una ricerca, intervistando un campione di medici per chiedere loro che tipo di prima colazione ritenessero migliore per la salute: meglio una prima colazione leggera o sostanziosa? La maggior parte dei medici riferì che riteneva più indicata una prima colazione sostanziosa. Queste conclusioni furono inviate a 5.000 medici, insieme ad una pubblicità che suggeriva di mangiare eggs and bacon (uova e pancetta) per rendere la colazione più sostanziosa. Ebbe successo questa campagna? Per rispondere, basti dire che eggs and bacon è ancora oggi considerata la colazione tipica degli americani. La più famosa campagna di Bernays rimane comunque quella elaborata per l’American Tobacco Company. A metà degli anni Venti, alle donne era vietato di fumare in pubblico. Consultandosi con lo psicoanalista A.A. Brill, Bernays capì che ciò che le donne desideravano a quei tempi era comportarsi pubblicamente allo stesso modo degli uomini. Così, durante la parata di Pasqua di New York del 1929 Bernays pagò delle ragazze per partecipare alla sfilata, come se fossero suffragette. Al suo segnale, queste donne accesero delle sigarette. Naturalmente non mancava una nutrita schiera di fotografi, assoldati per immortalare l”evento”, che la stampa definì un’accensione di “torce di libertà”. Fu un fatto di cui si parlò in tutto il mondo e, da allora, il fumo fra le donne divenne un segno di emancipazione. La più estrema propaganda politica di Bernays fu invece condotta per conto della United Fruit Company (oggi Chiquita Brands International) situata negli Stati Uniti, che controllava gran parte del terreno agricolo del Guatemala. Il governo americano aveva allora interesse a rimuovere il presidente democraticamente eletto (1951) Jacobo Arbenz Guzman (Operation PBSUCCESS). Arbenz Guzmán infatti aveva tentato di nazionalizzare la United Fruit Company (UFC), offrendo alla compagnia il compenso di 600.000 dollari, il valore dichiarato dalla Compagnia: molto inferiore alla realtà, per evitare la tassazione. Nel 1952 il Partito Comunista dei Lavoratori Guatemalteco venne legalizzato; l’UFC e le banche che la sostenevano, collaborarono dunque con la CIA per persuadere l’amministrazione statunitense che Arbenz era un Comunista e che stava aprendo la strada a una presa del potere da parte dei Comunisti. L’amministrazione Americana ordinò alla CIA di sponsorizzare un colpo di stato, rovesciando il governo e costringendo alla fuga Arbenz Guzmán. Bernays si occupò specificamente di far circolare le informazioni su Arbenz fra i maggiori giornali americani. Per il suo lavoro alla United Fruit, sembra sia stato pagato 100.000 dollari all’anno, un guadagno enorme negli anni cinquanta. Per la Aluminum Company of America (Alcoa), convinse invece il pubblico americano che la fluoridificazione dell’acqua era utile per la salute. Questo obiettivo fu raggiunto grazie alla collaborazione dell’American Dental Association.
SECONDA PARTE
Dalle tessere magnetiche ai microchip; un progetto di mondo Orwelliano
La storia è cominciata con la raccolta dei punti che si trovavano nelle confezioni delle merendine o di altri prodotti (alimentari per lo più). Chi completava una tessera appiccicandovi sopra tutti i 12 o 20 o 30 punti vinceva in regalo un gadget (un pupazzo, un giocattolo, una pentola…). E fin qui, tutto sommato niente di male (a parte il fatto che il prodotto alimentare in questione fosse il solito cibo processato ben poco salutare): si premiava la fedeltà ad un prodotto, era un po’ come fare lo sconto a chi acquistava un gran numero di confezioni. Il passo successivo fu quello di ideare delle tessere magnetiche che riproponevano in grande quello stesso meccanismo, ma in una versione informatizzata: ogni catena di supermercati, ed in seguito anche molti altri negozi, distribuì ai propri clienti delle tessere magnetiche nelle quali si registravano i punti che l’acquirente accumulava ogni volta che faceva degli acquisti/punti, che davano diritto al regalo di un gadget a scelta o ad uno sconto sulla spesa. Non so se questa innovazione fosse già in mente sin dall’inizio, o se più verosimilmente scaturì dalle solite menti diaboliche, prendendo lo spunto dalla raccolta punti e dai progressi che nel frattempo si erano verificati nell’informatica, con l’uso ormai abituale di tessere per registrare gli orari di ingresso e di uscita dei dipendenti. Ho resistito per un po’, però alla fine mi sono arreso anch’io, costretto quasi dal fatto che molto spesso non si poteva approfittare degli sconti se non si aveva la tessera; nonostante la mia avversione non era certo una cosa terribile, ed era un po’ come le vecchie raccolte punti delle merendine di una volta. E diciamolo, ancora non avevo compreso e nemmeno intuito il disegno complessivo che poteva spiegare l’esistenza di tutte queste tessere magnetiche: tessera per il supermercato, tessera per il negozio, tessera del bancomat, tessera del codice fiscale, tessera per registrare l’orario di ingresso e di uscita dei dipendenti, e poi piano piano anche tessera magnetica per l’accesso alla sanità pubblica e tessera magnetica dello studente (già adottata da molte scuole). Da notare che alcune di queste tessere si attivano solo dietro inserimento di un codice numerico identificativo personale, per cui occorre inserire e ricordare sempre a memoria questi codici, che poi spesso cambiano (per motivi di sicurezza informatica) fin a un tal punto (IN)certo di mandare tutti al diavolo con queste tessere e codici che ci fanno impazzire, anche perché nel frattempo l’informatica si è evoluta ed abbiamo cominciato a ricevere le lettere via computer (dietro autenticazione con nome utente e password e che possono essere molto più facilmente intercettabili delle vecchie lettere, per le quali occorreva aprire la busta e poi richiuderla senza farsene accorgere), ad accedere al sito della scuola per inserire (il docente) o visualizzare (il genitore) i voti (solo dietro autenticazione con nome utente e password), mentre anche il cellulare (ormai diffusissimo ed in possesso di quasi ogni persona (IN)civile) ha un codice di sicurezza per impedire che venga utilizzato da estranei. Tutte queste password di sicurezza ovviamente sono difficili da ricordare e, nelle persone viene il desiderio di avere qualcosa di più semplice per gestire tutta questa accozzaglia d’accessi protetti (legati o meno alle tessere magnetiche), anche perché le istituzioni ti costringono a scaricare da internet il CUD per la dichiarazione dei redditi, il cedolino del pagamento (per i dipendenti statali), la pagella scolastica…e piano piano stanno “de-materializzando” (come dicono loro) tutti i documenti, con un risparmio (dicono loro) sulla carta e sulla stampa. Risparmio ridicolo e spesso inesistente dato che il CUD me lo devo stampare a casa mia per allegarlo alla dichiarazione dei redditi, che il cedolino spesso me lo stampo per analizzarlo meglio, che la pagella del figlio me la stampo per conservarla: quello che si ottiene per lo più è il risparmio dello stato che scarica sui contribuenti una fetta delle sue spese. Per non parlare del fatto che i computer per gestire tutta questa macchinosa operazione costano, occorre comprarli e mantenerli (i computer si guastano e anche la manutenzione ha il suo costo, per non parlare del costo dei programmi e degli antivirus, ormai tramontati a mio parere). E non possiamo fare a meno di notare che spesso questa tecnologia informatica ci complica la vita, che la connessione ad internet si blocca, il computer si blocca, la linea di accesso al ministero è intasata e tante volte il poter andare in un ufficio a chiedere un certificato in carta ed inchiostro sarebbe la soluzione più pratica. Non nascondo qui il fatto che l’informatica possa risultare utile alla gestione della burocrazia, ma c’è anche il grande pericolo della contraffazione e della manipolazione dei dati e dei documenti. Se creare un falso attestato o diploma o certificato era alquanto complicato perché si dovevano contraffare timbri e firme (per non parlare dell’esistenza in un apposito ufficio di copie cartacee registrate e protocollate degli attestati diplomi e certificati realmente validi, cosa che rendeva quasi sempre possibile fare un controllo e smascherare il falsario), con la nuova tecnologia digitale in fondo basta avere l’accesso a dei codici che danno il privilegio di trattare determinate istanze burocratiche, e come si possono creare dei documenti così si possono anche perdere o peggio intenzionalmente distruggerli. Ad ogni modo questo sovraffollamento di tessere magnetiche e di codici identificativi e password genera il desiderio di un unico sistema di identificazione personale valido una volta per tutti. Qualcuno forse avrà già capito che ci troviamo di fronte al solito meccanismo sofisticato denominato problema-reazione-soluzione. Una prima “soluzione” parziale è quella offerta dai nuovi cellulari smartphone che per alcune applicazioni si possono anche utilizzare al posto del bancomat (per i pagamenti), ma è pur vero che gli smartphone possono essere persi, rubati, che lo smartphone è protetto anch’esso da una password e che difficilmente sostituirà tessere identificative istituzionali (codice fiscale, tessera sanitaria, etc.). Ma quale innovazione migliore, per perfezionare questo mostro, di uno strumento computerizzato e miniaturizzato, una ricetrasmittente da inserirsi direttamente nel corpo umano? Risolveremmo così, tutti in una volta i problemi delle tessere e dei codici di accesso, non dovremmo nemmeno avere più dei codici di sicurezza da ricordare a memoria, basterebbe appoggiare la mano in cui è inserito il microchip vicino al sensore ed il gioco è fatto?! Semplice no? In fondo lo hanno già fatto con tutti gli animali per agevolarne il ritrovamento qualora si perdessero, per eliminare la piaga del randagismo, vero? Peccato che il microchip possa essere clonato né più e né meno di un bancomat o di una scheda del cellulare, che negli animali sono stati segnalati casi di cancro nella zona di innesto del microchip, che ci sono casi documentati di torture mentali in persone in cui è stato inserito abusivamente il microchip senza il loro consenso. E intanto nei libri di scuola fanno propaganda sulla microchip innestabile, come strumento sicuro ed affidabile! Per quanto riguarda agli animali non sono molto favorevole alla loro schiavitù domestica (un conto poi è avere un animale che scorre liberamente in un ampio cortile o in una fattoria, un conto è costringerlo a stare nelle nostre scatole di mattoni e Paraffina) figuriamoci poi se posso reputare etico inserire a forza, nei loro corpi, un oggetto estraneo che rischia di farli ammalare. E noi, dobbiamo essere considerati peggio delle bestie? Ti starebbe bene essere marchiato con questa nuova forma invasiva e tecnologica di identificazione?
ECCO IL CEROTTO HIGH-TEC (Microchip sottocutanei) E I TENTATIVI DI METTERLI IN OPERA
L’intento è nobile e capace di riscuotere consenso da parte dell’opinione pubblica: monitorare i viaggiatori in casi di emergenze come Ebola o Aviaria. Nonostante i migliori auspici, c’è qualcuno che teme che si tratti di una prova tecnica di fascinazione per convincere, gradualmente, la popolazione mondiale ad accettare il microchip sottocutaneo. Molti sentono puzza di: problema-reazione-soluzione! I teorici del complotto sono convinti che i poteri occulti che muovono le fila dello scenario politico-economico-sociale del pianeta si servano di uno schema molto semplice per realizzare i loro piani: creazione di un problema, causare una reazione, proporre una soluzione. Con questo semplice modello persuasivo, i poteri occulti non avrebbero bisogno di imporre la loro visione della società, ma plasmerebbero le coscienze dei popoli spingendoli addirittura ad invocare questa visione. Facciamo un esempio: mettiamo che io voglio andare nel paese “Petrolandia” a depredare i pozzi di petrolio dei Petrolandesi. Se mando i militari di sana pianta ad occupare il paese, l’opinione pubblica sarà certamente contraria. Come persuaderla? Dunque, potrei creare un terrorista con sede organizzativa in Petrolandia, oppure demonizzarne il leader come il male assoluto. Poi, organizzo un falso attentato nel mio paese, attribuendo ogni colpa al terrorista o leader Petrolandese. Inoltre, grazie al fatto che controllo tutti i media, fomento l’onda di indignazione convincendo i miei cittadini che la soluzione migliore è “portare la Democrazia in Petrolandia”, occupando il paese e uccidendone il leader. Facile! E se volessi impiantare un microchip sottocutaneo alla mia popolazione? Come potrei fare? Semplice, userei anche qui lo schema problema-reazione-soluzione!
Come riporta La Repubblica, arriva dall’Italia il cerotto che misura la febbre e trasmette i dati a distanza: è trasparente, funziona senza batteria, e potrebbe essere usato negli aeroporti in casi di emergenze come l’Ebola o l’Aviaria. È stato messo a punto dal gruppo coordinato da Gaetano Marrocco dell’università di Roma Tor Vergata. Sperimentato nell’attività sportiva per valutare l’incremento di temperatura durante lo sforzo fisico, il dispositivo è ora in fase di perfezionamento ed è basato sulla tecnologia di identificazione a radiofrequenza (RFID): come quella antitaccheggio usata nei libri e nelle etichette dei vestiti. ”Sarebbe possibile immaginare di equipaggiare i passeggeri negli aeroporti con il sensore epidermico – osserva Marrocco – e controllare poi la loro temperatura nei vari momenti di transito, per esempio durante gli usuali controlli di sicurezza senza insormontabili cambiamenti alle procedure già esistenti”. Il sensore di temperatura integrato nel microchip presente nel dispositivo rivela variazioni di un quarto di grado fino a 65 gradi. Il cerotto, che è resistente all’acqua e traspirante, si può applicare, per esempio, sul braccio e non è sempre attivo: entra in funzione quando si trova in un campo elettromagnetico e invia informazioni solo se interrogato. L’antenna, presente nel cerotto, raccoglie l’energia elettromagnetica necessaria ad alimentare il microchip che si accende e, a comando, esegue una lettura della temperatura del corpo e trasmette il dato verso un dispositivo interrogante fino alla distanza di due metri. Quest’ultimo può essere un lettore portatile, grande quanto un portachiavi, oppure un varco simile a quelli che si trovano nei negozi per il controllo degli oggetti acquistati. ”Negli ospedali e nei centri di soccorso da campo – rileva Marrocco – le unità di lettura potrebbero essere installate nelle porte di accesso dei vari locali in modo da monitorare lo stato di salute di medici e infermieri che interagiscono con pazienti già contagiati, individuando e isolando situazioni critiche che richiedano maggiori approfondimenti”.
Ecco lo schema. Problema: Ebola! Reazione: paura dell’infezione. Soluzione: un microchip da applicare sulla pelle. Quando ci si renderà conto che il sistema funziona, perché non proporre di inserirlo direttamente sotto pelle? Fantascienza? Probabile…in fondo, siamo solo dei poveri non-complottisti no?!
TERZA PARTE
Link di approfondimento sulla cabala negli istituti scolastici:
Il 4G LTE è il nuovo standard di comunicazione wireless per i dispositivi mobili che è fino a 10 volte più veloce del 3G. Apple sta preparando prodotti con antenne multiple per utilizzare questa tecnologia. Ma sono sicuri? Il primo studio sulle frequenza radio LTE pubblicato sulla rivista Clinical Neurophysiology dimostra che l’attività su entrambi i lobi del cervello viene influenzata dopo 30 minuti di esposizione con cellulare che utilizza LTE, quindi i rischi per la salute sembrano ancora maggiori. Un iPhone conta su cinque antenne operative che, se non disabilitate, continuano ad emettere radiazioni ad alta frequenza ogni quattro secondi. La frequenza del corpo umano è di circa 7.83Hz, mentre le frequenze del wi-fi vanno dai 2 miliardi e 400 milioni ai 5 miliardi di Hz. Un bambino accanto ad un iPhone con il wi-fi attivato assorbe una quantità molto significativa di radiazioni. Apple ha una responsabilità etica verso i propri clienti. Ad oggi, avete venduto 500 milioni di iPhone e 180 milioni di iPad (dati fin al 2013 ed in enorme espansione in questi anni), con miliardi di dollari di profitti (tanto che non ci vogliono più dire quanti ne vendono [QUI]). Non sto dicendo che violate la legge, né che siete l’unica causa dell’esposizione all’Elettrosmog. Sto dicendo che siete nella posizione giusta per giocare un ruolo molto importante per cambiare le cose. Gli analisti stanno dicendo che la Apple sta diventando sempre meno “culturalmente ispirata” e sempre più società d’affari; vi invito a recuperare l’ispirazione originaria che vi contraddistingueva e vi richiamo al rispetto dei vostri clienti. Non siate come Monsanto!!! Favorite invece la conoscenza, la verità, l’informazione! Vi ricordate quando avete resistito in giudizio contro la città di San Francisco perché voleva informare tutti i cittadini sulla reale esposizione prevista per ogni tipo di dispositivo? Siete riusciti a impedirlo. Ma questo è il modo di agire di Monsanto quando cerca in tutti i modi di boicottare l’etichettatura degli OGM! Non imboccate anche voi quella strada. Cominciate a testare i dispositivi e il modo in cui vengono usati e sollecitate i governi a fare il loro dovere con leggi adeguate a proteggere la salute della popolazione. Pretendete che tutti i produttori eseguano test sui livelli di radiazioni dei telefoni cellulari, test veri, non manipolati o artefatti (se ce ne siano ancora). Cercate di produrre dispositivi sicuri, favorite la diffusione delle App che misurano le radiazioni, promuovete la ricerca indipendente, sostenete il lavoro che sta facendo il BioInitiative Working Group. Sostenete la ricerca sulla sicurezza senza però volerla controllare (come sempre). Siate grandi e sorprendeteci! Vorremmo ancora avere fiducia in voi (forse)! Da questi video comprenderete cosa accade con iPhone e iPad.
Smart TV. La Tv che ti spia!
“Ci spia dallo smartphone, ci ascolta dalla TV”. WikiLeaks accusa la CIA
Michael Price, del consiglio nella Libertà e Programma Nazionale di Sicurezza presso il Centro per la Giustizia Brennan alla New York University School of Law, ha detto che era “Terrorizzato” del suo nuovo televisore, notando che il riconoscimento vocale è solo una caratteristica che potrebbe essere utilizzato per spiare gli utenti. La televisione registra anche visite al sito web, ha una fotocamera integrata per il riconoscimento facciale e utilizza cookie traccianti per rilevare “dopo aver visto il contenuto particolare o un particolare messaggio di posta elettronica”. “Non dubito che questo dato è importante per fornire contenuti e convenienza, ma anche, le informazioni incredibilmente personali costituzionalmente protette che non dovrebbero essere in vendita, per gli inserzionisti e dovrebbe richiedere un mandato per le forze dell’ordine, per l’accesso”, scrive Price, aggiungendo che leggi sulla privacy vigenti offrono poca protezione contro dati “di terze parti”. Mr. Price richiama inoltre all’attenzione le “osservazioni fatte nel 2012” direttore della CIA David Petraeus, che ha salutato la “Internet delle cose” come una manna trasformazione per “trade-craft clandestina”. In altre parole, presto sarà più facile che mai tenere sotto controllo la popolazione dal momento che tutto quello che usano sarà collegato al web, con totale disprezzo per le considerazioni sulla privacy. Nessuno dovrà installare cimici nel vostro salotto. Voi lo farete per Loro!!! In pratica una tecnologia più sofisticata, presente nella vostra XboX Kynect farà una scansione continua di quello che succede davanti il vostro televisore. Pensate di avere un televisore per camera… Poi, il microfono sente ed analizza le vostre voci, i toni…le parole chiave inviando tutto non certamente solo alle aziende pubblicitarie. Stiamo offrendo noi stessi in cambio di qualche stupido inutile giocattolo. Il Destino del Mercato è in mano ai Consumatori…fino a prova contraria. Boicottando certa tecnologia forse potremmo far fare un passo indietro a questo incedere di controllo, nei confronti di questo progetto in puro stile Panocticon.
QUARTA PARTE
SANGUE NEGLI SMARTPHONE IL VIAGGIO DAL COLTAN IN CONGO AL NOSTRO iPHONE 6—>
Coltan e Cassiterite. La maggior parte di voi non sa neanche cosa siano, sebbene li abbiate ogni giorno tra le mani. Sono due minerali, utilizzati per costruire i componenti elettronici di cellulari e computer, che si estraggono nelle miniere del Congo. Sono i cosiddetti “Minerali Conflittivi”, perché le miniere dove si estraggono sono gestite dai membri del FDLR (Forces Démocratiques pour la Libération du Rwanda), riconosciuto come uno dei più violenti e sanguinari gruppi di combattenti Africani. In questo articolo vi presento come noi, comprando a fior di quattrini l’ultimo modello di iPhone o di qualsiasi altro smartphone o computer, finanziamo direttamente l’approvvigionamento d’armi di questi guerriglieri, che vivono estorsionando, stuprando ed uccidendo giovani e giovanissimi che si fanno “minatori” per non morire di fame ed inseguire il sogno impossibile di costruirsi, casa e famiglia. Nel 2010, il direttore danese Frank Piasecki Poulsen ha girato un documentario fantastico dal titolo “Blood in the Mobile” [FILM], con l’obiettivo di far conoscere all’opinione pubblica mondiale da dove vengono e come sono estratte le materie prime dei nostri cellulari. Guardando il documentario verrete a conoscenza del lato peggiore delle compagnie d’elettronica, che si pubblicizzano come scintillantemete “social”, responsabili e vicine ai bisogni delle persone. Nessuna di queste compagnie si salva, tutte colpevoli d’utilizzare “minerali conflittivi”, minerali che provengono dalle miniere di Bisiye, nel territorio di Walikale (regione di Kivu, Congo Orientale), il centro nevralgico dell’estrazione di Coltan e Cassiterite. Non solo Poulsen è riuscito ad ottenere i permessi direttamente dai gruppi militari congolesi per farsi scortare fino a Bisiye (i portavoce delle Nazioni Unite si erano rifiutati di dargli il permesso di addentrarsi nella giungla, per paura d’essere complici del suo assassinio) ma è addirittura entrato in una di queste terribili miniere, che sarebbe meglio chiamare buchi, scavati fino ed oltre cento metri di profondità e dove ogni giorno muore qualcuno. Paulsen ha portato la scottante questione direttamente ai piani alti della Nokia, che da sempre si vanta d’essere la compagnia leader mondiale nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa. È tristemente divertente vedere come i direttori del colosso finlandese dei cellulari cerchino di evitare il confronto diretto davanti alle telecamere. L’amministratore delegato della Nokia, la responsabile del controllo della catena d’approvvigionamento dei materiali utilizzati nella catena di montaggio dei cellulari ed il portavoce dell’ufficio responsabilità sociale della Nokia, intervistati da Poulsen, cercando pateticamente di minimizzare la propria responsabilità riguardo l’utilizzo di “minerali conflittivi” e, visibilmente imbarazzati, cercano di difendersi a suon di retorica e promesse del tipo; “ci stiamo impegnando per fare luce sulla questione, il cammino è lungo e difficile e non dipende solo da noi”. La verità è che da oltre vent’anni tutti i cellulari del mondo e tutti i componenti di computer ed accessori elettronici utilizzano Coltan e Cassiterite come materie prime nelle catene di montaggio. Le multinazionali dell’elettronica, acquistando questi minerali, sono i diretti responsabili del finanziamento delle mafie Africane, che forniscono ai guerriglieri le armi necessarie a mantenere l’Africa in un continuo stato di schiavitù e guerra perpetua.
QUELLO CHE CAUSA IL COLTAN E CASSITERITE
Qual’è il percorso che dalle miniere arriva fino a casa Nokia, Apple o Samsung, ad esempio? Brevemente (potrete approfondire il tema guardando il documentario), Coltan e Cassiterite vengono estratti a mano, a suon di martello e a mani nude nelle miniere sparse per tutto il Congo, soprattutto nella regione di Kivu.
Nelle zone d’estrazione, i guerriglieri obbligano i “minatori” a pagare una quota per ogni chilo di minerali estratti. Non serve che dica, lo avrete immaginato, che in queste miniere muoiono ogni giorno decine di persone, a causa di frane, asfissia, lavoro forzato o giustiziati dai membri del FDLR. Dalle miniere, dopo aver pagato il pizzo ai guerriglieri, questi giovani e giovanissimi minatori camminano per due giorni con circa venti, trenta, cinquanta chili di minerali caricati in sacchi sulle spalle, fino ad arrivare a Goma, città di confine, punto di raccolta dove Coltan e Cassiterite vengono smistati e registrati per la prima volta in maniera ufficiale. Ovvero, volendo risalire all’origine di un “minerale conflittivo” prima dell’arrivo a Goma, non esiste alcun tipo di documento ufficiale. Questo è uno dei punti chiave che fa capire come si sia creato nella catena di approvvigionamento di materie prime un falso punto di partenza, sganciando le multinazionali dell’elettronica dalla relazione diretta con le miniere dei guerriglieri del FDLR. L’opinione pubblica deve conoscere la verità, il loro intrinseco rapporto commerciale venditore-compratore.
MINERALI IN CAMBIO DI ARMI
Da Goma, Coltan e Cassiterite vengono caricati in piccoli aerei e inviati in Ruanda, Uganda, Tanzania, Kenya, Burundi, dove gli emissari delle multinazionali Europee, Asiatiche ed Americane li comprano e li portano direttamente nelle catene di montaggio dei nostri cellulari. Morale della favola, con ogni cellulare e computer che compriamo, diamo il nostro piccolo apporto al finanziamento dei gruppi armati africani, gli paghiamo le armi e li aiutiamo a perpetrare le loro violenze, le mattanze, gli stupri e le ingiustizie, che ogni giorno distruggono il più bello e ricco continente del mondo. Prima i militari, gli uomini d’affari ed i politici africani, poi gli intermediari del “primo mondo” ed infine noi. Siamo tutti assassini, diretti od indiretti, della popolazione del Congo, siamo tutti responsabili della distruzione dell’Africa, dell’annichilimento dell’essere umano, dell’oblio della giustizia e della dignità umana.
Tutto questo per non essere mai coscienti, per non voler conoscere la verità, per infischiarsene dei valori e di sapere da dove proviene quello che utilizziamo nella nostra vita quotidiana. Dovreste per lo meno esserne coscienti adesso e parlarne con amici e figli, far capire ai più piccoli che la gioia nel ricevere per regalo un iPad o uno Samrtphone nuovo, corrisponde alla schiavitù di un altro bambino del Congo, che probabilmente non arriverà a compiere trent’anni e la cui madre o sorella saranno state stuprate e trucidate. A parte Poulsen, a chi interessano i “minerali conflittivi”? Nonostante la burocrazia internazionale si muova più lenta di una lumaca col piede in gesso, esiste l’associazione “Rise Hope For Congo”, che lavora per rendere cosciente l’opinione pubblica ed incita i governi a bandire e regolare questo mercato. Ma la situazione è difficile, l’interesse in gioco è troppo grande e, diciamola tutta, ad una persona su due o su tre, sinceramente, non gliene frega niente se l’Africa muore. Questa è la più grande vergogna dell’uomo moderno, il menefreghismo e l’egoismo, sempre ben accompagnati da ignoranza, avarizia e pigrizia. Se alle persone del cosiddetto primo mondo non gliene frega un cazzo dei bambini del Congo, non saremo mai capaci di utilizzare, tutti assieme, l’arma più grande che possediamo: la capacità di boicottare il mercato dei cellulari o qualsiasi altro mercato che non segua ed attui secondo principi etici. Tradotto, non dovremmo comprare nessun cellulare, almeno fintantoché l’uomo non imparerà a rispettare i diritti e si farà carico delle proprie responsabilità, nel nome del bene comune. È chiaramente impossibile un discorso del genere, vero? Vedo persone adulte e d’ogni età che fanno assurde file di ore ed ore per accaparrarsi a prezzi esorbitanti l’ultimo iPhone, per poi passare metà delle proprie giornate a cliccare “mi piace” e “condividi”, perdendo il senso della propria vita e la capacità di vivere e sapersi arrangiare. Invece di renderci conto di quello che succede nel mondo ed agire, consultiamo ogni giorno centinaia di inutili apps, create per aiutarci a vivere meglio ma che però, alla fine, ci hanno fagocitato e trasformato in patetici Tamagotchi dal collo ricurvo e culi flosci. Siamo davvero ridotti male, da far pena. Congo, un tempo colonia privata di Leopoldo II, oggi colonia privata delle multinazionali dell’elettronica, che grazie ai nostri acquisti possono continuare ad arricchirsi sulle spalle dei nuovi schiavi 2.0. L’unica differenza è che oggi non ci si pavoneggia in pubblico dei propri schiavi, mostrandoli in catene o fotografandoli mentre gli si amputano le mani, come faceva quel buonuomo Belga. Oggi si fa tutto di nascosto e, sebbene salga sempre tutto alla luce, si smentisce, si cerca di corrompere chi tira fuori il tema o, in casi estremi, di farlo fuori.
Blood In The Mobile (Official Trailer)
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DALLA FABBRICA…. ALLO STORE…. SIAMO RIDOTTI VERAMENTE MALE. NON SO CHE DIRE O FARVI VEDERE PER INFORMARVI. STIAMO VIVENDO IN UNA DISCARICA FATTA DI ECONOMIA INESISTENTE E DEMAGOGICO PENSIERO. IL SUO UTILIZZO CHE E’ INSITO IN TUTTI NOI…E DOPO CI LAMENTIAMO SEMPRE… HAHAHA…LE LAMENTELE BLOCCANO L’ESPRESSIONE EMOTIVA E CARATTERIALE DELL’INDIVIDUO ED E’ PER QUESTO CHE NON DOVREMO PIU’ SEGUIRE QUESTE LINEE DI MARKETING PRECONFEZIONATO, CHE DALL’ALTRO MONDO, SFORNA MILIONI DI MORTI OGNI GIORNO SOLO NEGLI ULTIMI ANNI PER AVERE UNA SEMPLICE O SOFISTICATA TASTIERA, TOUCH O INTERNET SEMPRE PU’ VELOCE, ESSERE CONCORRENZIALI O ANCORA PER NON SENTIRSI NESSUNO?! IO ANCHE CI SONO DENTRO COME TUTTI VOI, MA STO SERIAMENTE OPTANDO DI ELIMINARE UN BEL PO’ DI COSE INUTILI!!! L’UNICO PROBLEMA E’ CHE FACENDOLO NESSUNO CAPIRA’ CHI SONO E MI TRATTERA’ COME UN DECEREBRATO!? HAHAHA…..
ARRIVO DAL CIELO…L’ORIZZONTE…SULLA PUNTA DELL’APICE…PASSATE VITE…FARAONE!
SALTO OLTRE LA MERDA…DONDOLANDO ALL’INTERNO…DENTRO L’INFERNO…SUBITO USCIRNE!
MANGIO DI TUTTO…PATRIOTA DELLO SBAGLIO…NON SEGUO NULLA…SOLO CTHULHU DENTRO LA CARNE!
LE CONSEGUENZE S’ALZANO…SIETE ALLE STRETTE…CON L’ACQUA AL COLLO…SVENDUTE!
SCHIZZATI SU D’UN MURO…BUCATO DALL’INFERNO…MEDITATE GENTE…E’ GIA’ DIVINAMENTE TARDI…NON SERVITE PIU’ A NIENTE!
PROVOCATE INFINITE FIAMME…VIBRATE NELL’ARIA…RITORNATE, PERSEGUENDO LE SOLITE COSE PROGRAMMATE!
VI STACCANO LE GAMBE…PIANO VI LAMENTATE…NON PISCIATE SOPRA LA CROCE…MEGLIO CHE LE SALTATE IMMEDIATAMENTE!
COME GUARDARE SUL FONDO D’UN BARILE…AMICI PRENDONO LA MUFFA…BELLE, QUANTO MORTE…COME LE NEGATIVE COSE BUONE…SCOMPARIRETE…
Ho supplicato me stesso e lo farò sempre…son l’alieno che vive per voi creature, su ste terre!
Ho masticato e assaporato ogni cosa mi capitasse a tiro…tiro di brutto, quando serve!
Ho sorvolato per anni, da bambino…sempre osservando le cose, che mi capitavano di fronte!
Ho lasciato tutto quanto e poi l’ho insegnato a persone selezionate…tutte queste cazzate!
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